L’utilizzo di droni, da parte degli enti locali, per monitorare il territorio è in crescita, ma la normativa italiana è chiara: la polizia locale non può utilizzare droni per finalità riservate alle forze di polizia dello Stato. Questo solleva importanti questioni legate alla sicurezza e alla protezione dei dati personali.

L’uso dei droni e la legge

Secondo la normativa attuale, i droni possono essere impiegati solo per specifiche finalità di sicurezza, come quelle legate alla protezione civile, alla sorveglianza di aree a rischio o al monitoraggio di eventi pubblici. Tuttavia, l’uso di droni da parte della polizia locale è limitato e deve sempre rispettare le leggi sulla privacy.

Valutazioni privacy prima dell’uso

Prima di attivare un’iniziativa che preveda l’uso di droni per la sicurezza, è obbligatorio effettuare una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA), come previsto dal GDPR. Questa valutazione garantisce che i diritti fondamentali dei cittadini siano rispettati e che non vengano effettuate riprese non autorizzate di spazi privati.

I rischi per la privacy

L’uso improprio dei droni può comportare rischi significativi per la privacy dei cittadini. Le autorità locali devono garantire che le riprese siano effettuate solo in casi strettamente necessari e che i dati raccolti siano protetti e non utilizzati per scopi non autorizzati.

Sebbene i droni possano rappresentare un utile strumento per migliorare la sicurezza, il loro impiego deve essere regolato da rigide normative e da un attento rispetto della privacy dei cittadini. La polizia locale deve operare nel pieno rispetto delle leggi vigenti per evitare violazioni della privacy.

Se la tua organizzazione intende implementare l’uso di droni, assicurati di rispettare le normative sulla privacy. Parla con gli esperti di FinData per una valutazione personalizzata e per capire come gestire la sicurezza dei dati.

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